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ORATORIO DI SAN MICHELE


PIAZZETTA SAN MICHELE, 3
35122 PADOVA
PADOVA  (PD)

Orario Museo:
Martedi 10:00-13:00 
Mercoledi 10:00-13:00 
Giovedi 10:00-13:00 
Venerdì 10:00-13:00 
Sabato 15:00-18:00 
Domenica 15:00-18:00 

Biglietti:
INTERO EURO 2.00, RIDOTTO EURO 1.50 GRATUITO BAMBINI FINO AI 5 ANNI, DISABILI

Telefono: 049660836
Fax: 0498204566
Email: musei@comune.padova.it

Sito Internet

Prenotazione Museo:
Telefono: 0498204506
Fax: 0498204566

L'aspetto attuale in cui si presenta lo storico edificio padovano in piazzetta San Michele, il piccolo spiazzo che si apre verso la Specola, è il frutto di drastici interventi che alterarono definitivamente la fisionomia architettonica dell'antica chiesa dedicata a San Michele, le cui origini risalirebbero ad un arco temporale compreso tra il VI e la seconda metà del VII secolo.
Il 6 giugno 1225 il vescovo Giordano dona San Michele al monastero di Santa Maria di Carceri d'Este.
Alla fine del Trecento la chiesa entra nell'orbita d'influenza dei signori da Carrara. Nel 1479 1a chiesa passa alla congregazione di Santo Spirito di Venezia. Per quasi due secoli San Michele rimane di proprietà della congregazione veneziana fino a quando, nel 1656, quest'ultima viene soppressa dal papa Alessandro VII. Dalla distruzione della chiesa nel 1815 si salva parte della navata e la piccola cappella dedicata alla Vergine decorata a fresco dal pittore Jacopo da Verona, su commissione di Pietro de' Bovi, ufficiale della Zecca carrarese. L'esecuzione del ciclo pittorico, ispirato agli episodi della vita di Maria, risale alla fine del XIV secolo.
L'esecuzione del ciclo pittorico, ispirato agli episodi della vita di Maria, risale alla fine del XIV secolo. Nella parete di fronte all'ingresso, al di sopra e a fianco dell'arco, si trova l'Annunciazione, scandita in tre parti, rispettivamente occupate dall'Arcangelo Gabriele, da un loggiato ad archi trilobi e dalla stanzetta in cui sta la Vergine. Di questo episodio colpisce la notevole vivacità narrativa. AI di sotto campeggia la maestosa figura di San Michele che pesa le anime in un aspetto ieratico e solenne addolcito un poco dalla soavità del colore dell'incarnato. A fianco del santo è presente un riquadro, forse un intervento cinquecentesco, che rappresenta la Cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso. Sulla sinistra sono rappresentate due scene in un'unica parete: Dormitio Virginis e la Natività e l'Adorazione dei Magi, episodio, quest'ultimo, in cui sono riconoscibili i ritratti di Francesco il Vecchio da Carrara e di Francesco Novello. Si riconosce, in alto a destra, la Torlonga, una delle due torri del Castelvecchio di Padova, qui raffigurata prima degli interventi settecenteschi che la trasformarono in Osservatorio Astronomico. Innegabili e immediati sono i riferimenti all'arte del grande Altichiero in particolar modo agli affreschi della cappella dei Santi Giacomo e Felice al Santo e dell'Oratorio di San Giorgio. Sulla parete destra sono rappresentati la Dormitio Virginis e la Pentecoste. Nell'attuale parete d'ingresso si colloca l'immagine dell'Ascensione in cui si intuisce come Jacopo si sia riferito all'illustre episodio della cappella Scrovegni, anche se realizzato in modo assai più corsivo e con l'inserimento di un maggior numero di personaggi. Nel sottarco sono raffigurati i Dottori della Chiesa, inseriti all'interno di finte nicchie a crociera, ai quali alternano i Simboli degli Evangelisti. Per quanto riguarda la decorazione della navata, sono ancora conservati alcuni lacerti di affreschi databili al XVI secolo tra cui una Deposizione e una raffigurazione di San Paolo, opere attribuite a Stefano dall'Arzere e Domenico Campagnola.

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